24/02/20

7 anni circa


Quando cerchi di dimenticare quella parte che ti fa bruciare il cuore e la pancia, provi a farti tornare in testa il primo bacio. Ma l’ultimo, inevitabilmente, non si stacca dalla tua memoria e ti gira nella testa così a lungo che, alla fine, lo lasci andare senza giudicare. Il tempo che vivi non ti aiuta, e allora quella fretta di dimenticare diventa una storia con una trama che procede a tentativi. Come un filo infinito e delicato che cerca di venirne a capo. Di uscire, in qualche modo, dal complicato labirinto del tuo intestino.
Il destino: qualcuno crede sia la causa delle nostre sfortune e di tutti quei fatti che ci prendono alla sprovvista e poi ci fanno cadere. Se ti rialzi, sei fortunato. Se non lo fai, sei ancora più sfortunato di chi si è rialzato. Una banalità, forse. Un concetto che meriterebbe più spazio nei bar e nei luoghi sensibili. Per i più, pensieri inconcepibili.
Credo che una specie di strada segnata, ognuno di noi ce l’abbia. Ma credo anche che, se limitiamo il nostro cammino, di sicuro ne rimarrà una sola. L’alternativa a quella strada te la devi mettere in piedi tu. Con la tua passione, la tua spinta e la tua faccia dipinta, con la voglia di esistere e di resistere anche quando fuori piove, e il sole, divenuto un miraggio, non si mostra neanche di passaggio.
Continuano ad arrivarmi mail automatiche che mi ricordano che posso prenotare ristoranti con lo sconto. E mi tornano in faccia le incomprensioni, i messaggi privi di idee, le uscite sperate e poi detestate, il pesante clima di quei giorni che ti fa venire voglia di tornare leggero, come quando volavi nei tuoi sogni di bambino.
7 anni circa. E sentirli tutti.

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