28/07/21

Live


Erano sotto al palco a gustarsi gli odori e i sapori. Luci, fumo, birra e una dose di sesso lanciata dallo sguardo di Mirko, il bassista. Giulia l’aveva visto e se l’era tenuto per sé, mentre Anna era con gli occhi mezzi chiusi e non si era resa conto del siparietto fra la sua amica e il più fico della band.
Le bacchette di Ricky avevano dato il via al primo pezzo, che aveva già preso quei giri infernali e ribelli. Il basso di Mirko si era accodato alla batteria e ora anche lui partecipava alla festa. Anna era in trance. Sudava dentro. Giulia si muoveva come una creatura sconosciuta, le braccia verso il cantante che gli ricordava troppo Leo, suo storico ex. Era una cover dei T.Rex. A metà brano, qualcuno aveva vomitato sulle Converse bianche di Anna, riducendole uno schifo. Lei non ci aveva fatto caso e aveva continuato a saltare verso destra, dove con la coda dell’occhio aveva visto quel tipo.
Per Anna era il primo live, mentre per Giulia era già il terzo, se non contiamo il concerto privato in camera sua che le aveva concesso Mirko, il bassista. Quel pomeriggio lui aveva cambiato strumento e a lei era piaciuto molto.
Il fumo aumentava, le note salivano e le difese di Anna crollavano. La sua lingua era in contatto con quella del tipo a destra, mentre Giulia, alla sua sinistra, faceva centro con uno qualunque. Mirko l’aveva vista e, in preda alla rabbia, aveva tragicamente abbandonato il suo basso. Era andato fuori giri e aveva concluso il pezzo, e l’intero concerto, nel peggiore dei modi. Per Mirko non era il primo live ma, a giudicare dalla faccia del sosia di Leo, probabilmente sarebbe stato l’ultimo con loro.

25/07/21

Far finta che ci sei


Decidiamo insieme quale parte di letto ci spetta. Io propongo la sinistra per te, così sei più vicina al bagno.
Chi tace, acconsente.
Possiamo ordinare una pizza e magari riordinare le idee dopo, con più calma, quando il vizio di noi avrà sfiorato il tramonto.
Un cenno potrebbe bastare.
Se a te va, ma solo se a te va, potremmo stilare le liste dei nostri limiti, e vedere in quanti punti combaciano.
Parla più forte. Non ti sento.
Io credo che dovremmo farlo. Voglio dire, almeno proviamoci. Cosa rischiamo? Quante volte abbiamo già fallito e implorato i nostri occhi di non incontrarsi?
Eppure ti ho incontrata di nuovo per davvero, persa nei tuoi movimenti, con l’anima zuppa di sudore durante un pomeriggio d’estate. Andavi lenta come la nostra voglia di rinascere, poi hai accelerato con la voglia di sfuggire a ciò che era stato. Ed io mi sono ripromesso, ancora una volta, di smetterla di far finta che ci sei.