24/09/10

Al dente


Miriam si promise di non farlo più. Aveva scoperto che esistevano svariati modi per nutrirsi, ma era comunque conscia del fatto che nessuno di questi avrebbe mai sostituito quello più naturale. Ciò che era naturale per Miriam, non lo era per le sue coetanee, e questa sua stramba natura l'avrebbe ben presto allontanata da tutto e da tutti.
Miriam diede il suo primo morso ad un ragazzo all'età di 14 anni, dopo due anni fece la sua prima vittima, e dopo altri due trasformò la sua professoressa in una sua simile. Era divertente. Ma come tutti i divertimenti, era destinato a finire.
Un giorno, infatti, Miriam si rese conto di non ricordare il numero. Non sapeva più quanti umani aveva trasformato in creature di Satana, nè quanti ne aveva uccisi, nè tanto meno quanti morsi aveva distribuito. Ma da due anni, forse tre, era pulita. Non muoveva a ritmo le sue mascelle da quando aveva sgozzato la cameriera del "Fangtasia". Bei tempi, quelli.
Anna, invece, naturalmente fedele alla sua natura, aveva una lavagnetta su cui assegnava una specie di punteggio alle sue prede. Miriam l'aveva conosciuta ai tempi del liceo, durante una riunione di giovani vampire, e da quel momento diventarono inseparabili.
La faccenda del punteggio, che ovviamente Miriam non condivideva, funzionava così: i voti venivano assegnati in base alla qualità del collo dei malcapitati, se era abbastanza "al dente" era degno di un voto positivo, in caso contrario veniva scartato. Secondo Anna, il collo contava per il 50%, l'altra metà era data ovviamente dalla qualità del sangue, anch'esso fondamentale.
L'idea di Anna, leggermente ambiziosa, era di passare al setaccio tutti i quartieri della città, e ordinare per bene la lista sulla lavagnetta. Fatto ciò, avrebbe continuato così in tutto lo stato, e poi in tutto il continente, e poi in un'altra città di un altro continente, e così via. Ma per una missione di questo genere, le serviva sicuramente un braccio destro. E siccome Anna non era certo la persona con più amici in questo mondo, propose il suo progetto a Miriam, che ovviamente non accettò. Per farle cambiare idea le serviva una situazione d'impatto, che risvegliasse in lei il suo lato animalesco.
Una sera (di solito di giorno i vampiri dormono), Anna la invitò a casa sua per vedere il loro film preferito, "Le amanti di Dracula". Ma appena Miriam entrò in casa, vide davanti a sé una decina di corpi appesi al soffitto, tutti a testa in giù. L'ingresso ne era pieno, come tutto il resto della casa. Studenti e studentesse, giovani uomini in carriera, donne sulla trentina. Ce n'era per tutti i gusti. Miriam cominciò dalla cucina, in cui erano appese per lo più giovani ragazze. Bevve come una furia, quasi da strozzarsi. E Anna la seguì a ruota.
Nel totale silenzio in cui era immersa la casa, il rumore provocato dal movimento delle loro mascelle sembrò quello di un esercito di vampiri al primo morso. Entrambe si goderono la serata, e il risultato fu quello sperato da Anna. Miriam si dovette ricredere anche sulla faccenda della lista, tant'è vero che cominciò subito ad aggiornarla con gli ultimi pasti.

Miriam stava ripensando all'ultimo sogno che aveva fatto la scorsa notte, e non sentì minimamente la domanda di sua madre.
"Miriam, ti ho chiesto se la pasta è abbastanza al dente oppure no..."
"Si, abbastanza." Rispose la ragazza.
"Che progetti avete tu ed Anna per il weekend?"
"Sapessi..."

21/09/10

Johnny il sentimentale

Johnny mise subito le cose in chiaro.
"Non me ne frega un cazzo se non ti sta bene. Oggi non provo. E queste due stronze che hai portato con te non fanno altro che peggiorare la faccenda."
Dee Dee aveva portato due amichette conosciute un paio di sere prima al Whiskey. Ma Johnny non aveva intenzione di usufruire della loro compagnia, tanto meno durante le prove. Johnny si era innamorato, e ciò fu un colpo al cuore della band.
"Non si era detto di lasciare queste cazzate fuori dal gruppo?" Proseguì Dee Dee con tono imperativo, mentre Joey spingeva fuori le ragazze, scusandosi.
"No, non si era detto." Replicò Johnny. "Non si era detto un bel niente. Non abbiamo mai avuto una fottuta regola che si possa definire tale."
In effetti Johnny aveva ragione. Le regole erano state bandite nel giorno in cui la band prese forma. Ma Dee Dee non volle sentire scuse. Il giorno dopo avrebbero dovuto aprire per Iggy al Palladium, e non erano ammessi errori. Nell'ultimo concerto, Johnny era andato fuori tempo in circa metà dei brani presenti in scaletta, e Dee Dee non ci pensò due secondi a ricordarglielo.
A quel punto, com'era logico aspettarselo, l'uno cominciò a ricordare gli episodi spiacevoli dell'altro.
"Al Capitol hai distrutto il basso dopo 3 accordi. E l'hai fatto perchè non sai suonare, non perchè avevi la testa altrove. Siamo dei fottuti macellai. Ed essere più concentrati non cambierà le cose."
Johnny concluse così la disputa, e uscì dal locale sbattendo la porta. Girò l'angolo e si diresse verso casa di Judy. L'aveva conosciuta circa un mese prima a una specie di raduno per punk. Johnny pensava di aver trovato quella giusta principalmente per due motivi: il primo era perchè aveva i capelli rossi, e il secondo era perchè detestava i Clash. Judy glielo aveva confessato durante la prima notte di passione, sotto le note di "I Wanna be your Dog" di Iggy Pop.
Ma quel giorno, i sentimenti di Johnny vennero feriti. Trovando la porta aperta, entrò a casa di Judy e notò che aveva appena tolto un vinile dal giradischi. Accorgendosi di Johnny, lo afferrò di corsa e lo nascose sotto al letto. Ma Johnny aveva visto tutto.
"Cosa stavi ascoltando?"
"Nulla." Rispose Judy.
"E quello cos'è?" Insistette Johnny.
"Quello cosa?"
"Quel disco che sbuca da sotto il letto."
Johnny spostò Judy che gli si era piazzata davanti per non fargli vedere il disco. Si chinò, lo prese e lesse ad alta voce.
"The Clash. London Calling."
Senza aggiungere altro, si girò verso Judy e le sputò in faccia. Tornò a provare e il giorno dopo si esibì con il gruppo al Palladium.
Suonarono veramente da macellai. Ma con sentimento.

20/09/10

Ma pensa te

La Sisley si da al porno occulto (neanche troppo). Il resto dell'arguta campagna, QUI.

17/09/10

Giorni di caccia

Verrà il grande giorno. Percorrerò il sentiero accanto al fiume, ansimando e chiedendomi quale sarà la mia sorte. Sorseggiando bevande mistiche e intonando inni saporiti, mi farò strada fra ardite tempeste e spregevoli nebbie. Scaglierò la prima pietra su orde di specchi antichi, giovani talenti e bestie adulte. Scalerò innumerevoli montagne vestite a festa, e festeggerò su di esse in caso di vittoria. Dopo aver vaneggiato, vagherò per la valle penetrando nel valico vanitoso, seminando vecchi nemici di poche speranze, speranzosi di buona sorte. Tirando a sorte, sceglierò la mia prossima preda, e accorgendomi della sua netta inferiorità, busserò ai piani inferiori e pretenderò più rispetto. Tirando le somme, sarà vera gloria.
Verrà il grande giorno, ma non sarà oggi. No.
Oggi vado a caccia di me stesso. Domani, si vedrà.