19/04/09

"Tres Hombres"

Jesse: "Questa non mi è piaciuta per nulla, John. Non fa ridere......neanche un pò."

John: "Allora raccontamene una tu. Ti ricordi quella delle pallottole? Quella che mi volevi dire prima della disgraziata storia di Jimmy......"

Jesse: "Ah, si si. Vada per quella.
Mi trovavo in Messico, credo che fosse il 20 di Agosto, non sono sicuro, ma poco importa. So solo che faceva un caldo pazzesco. Decisi allora di fermarmi in un bar, per rinfrescarmi un pò e per gustare dell'ottima birra messicana. Il posto si chiamava "Tres Hombres", e appena entrato capii il perchè. Non c'era un'anima, John, assolutamente nessuno, tranne che 3 uomini seduti a un tavolo, e il barista, ovviamente. Mi sedetti al bancone e chiesi una birra gelata. Bè, John, sarà stato anche il posto più squallido e meno frequentato dell'intero Messico, ma quella fottuta birra era un capolavoro, cazzo. Feci subito i complimenti al tizio dietro al bancone, il quale però non mi sentì, era intento ad osservare quei tre tizi seduti davanti a noi, e lo faceva con una tale attenzione che mi fece incuriosire. Allora mi girai e li osservai con attenzione. Due di loro erano chiaramente messicani, e il terzo invece americano, ne fui sicuro quando lo sentii parlare. Fin qui tutto normale, se non fosse che questi tre pazzi si stavano dilettando in un hobby che prima d'ora non avevo mai visto. La situazione era questa: i rispettivi cinturoni erano sopra al tavolo, accanto a tre bicchieri stracolmi di birra, uno dei due uomini messicani aveva una pallotola in mano e stava prendendo la mira, mentre l'altro era a bocca aperta, in attesa che l'amico facesse centro con la pallottola. A un certo punto il primo lanciò la pallotola con la mano, e questa andò dritta dritta nella bocca del secondo, il quale afferrò di corsa il bicchiere e bevve un bel goccio di birra. Cazzo, John, il tizio si era appena ingoiato un fottuto proiettile, e la cosa sembrava soddisfarlo parecchio, visto che cominciò a ridere di gusto.
A quel punto l'americano disse: " Sei a quota 5, Bucho......complimenti."
Guardai il barista e mi resi conto che non faceva una piega, sembrava che la cosa fosse normale, sembrava che in quel fottuto bar era la prassi. Poi mi girai di nuovo verso il tavolo dei tre, e sentii il barista che disse: "L'americano è a quota 6, Chico a 4 e Bucho, come hai sentito, a 5."
Non ti nascondo, John, che un pò iniziavo a divertirmi, non poteva essere altrimenti. Pensa alla situazione in cui mi trovavo: ero in gita in messico per spassarmela, entro in un fottuto bar per rilassarmi un pò, e trovo i tre messicani più pazzi che questo mondo ha la sfortuna di ospitare, intenti ad ingoiare pallottole.......cazzo, John, come si fa a non ridere di fronte a tutto questo.
A un certo punto, però, l'americano si incazzò di brutto. Era stato il turno dell'altro messicano, che aveva ricevuto in bocca la pallottola tirata dal suo compare. E finito il suo turno, l'americano gli dice: "Hai la vaga idea, Chico, della cazzata che hai fatto? Hai la vaga idea di quale fosse la pallottola che hai ingoiato, brutta merda?"
E Chico: "Ma che cazzo dici, amico......che ho fatto?"
L'americano: "Te lo dico subito cosa hai fatto. Hai mandato giù la mia pallottola preferita, la pallottola che mi aveva regalato Becky per il mio compleanno. Quella era un pezzo da collezione, brutto stronzo. Ma ora sono cazzi tuoi, Chico....."
Ebbene, John, furono veramente cazzi di Chico. Ah, ti avevo detto che accanto a quell'americano c'era una Katana? Bè, insomma, l'americano si alzò in piedi, prese la sua Katana e cominciò a sfogare la sua rabbia contro Chico. Cazzo, John, lo fece a fette, nel vero senso della parola. E di Chico non rimase più nulla.
Bucho era ancora a bocca aperta ad aspettare il suo turno, che ovviamente non arrivò mai.
L'americano recuperò la sua pallottola fra i resti del messicano, e senza dire una parola uscì dal bar.
Lo spettacolo non fu affato male, John, ma insomma, fare a pezzi un tuo amico perchè ha ingoiato una tua pallottola non mi sembra una cosa normale, cazzo....."

John: "A me invece sembra ragionevele, Jesse."

Jesse: "Ragionevole? Fare a fette un tizio perchè ha ingoiato una pallottola ti sembra ragionevole? Ma cazzo, John, non è affatto ragionevole. Non dico che ingoiare una pallottola lo sia, ma lo è ancor di meno fare a fette un uomo, cazzo. A meno che non ci sia una vera motivazione, e questa, John, non ci si avvicina neanche."

John: "Bè.....forse hai ragione......."

Jesse: "E quella della scommessa? Te l'ho raccontata quella della scommessa?"

John: "No......racconta."

Jesse: "Dunque, ero in uno squallido albergo di Nashville......."

[Jesse & John]

16/04/09

Vivere e Morire in Texas

Jesse: "John.....spegni quella cazzo di radio. Sei poco rispettoso. Ti sto raccontando del Texas Beer Contest, e tu accendi la radio?......"

John: "Scusa scusa Jesse, hai ragione. Dimmi."

Jesse: "Dove eravamo rimasti? Ah ecco, alla descrizione dei partecipanti. Dunque, John, hai presente gli elefanti africani? Bè, cazzo, seduto sulla prima sedia ce n'era uno. E non mi chiedere il suo peso, John, credo non lo saprà mai neanche una fottuta bilancia, cazzo. Quel bestione ovviamente era il favorito. Dopo di lui c'era una tizia ben vestita e anche molto carina. Sarebbe stata più adatta per una sfilata di moda, e invece era lì in attesa di tracannare litri e litri di birra. La dovevi vedere, cazzo......la dovevi vedere. A seguire, invece, c'era l'esatto opposto di questa tizia, un ragazzo sporco, rozzo, e pieno di brufoli. E ci credi se ti dico che già puzzava di birra? Cazzo, John, è così.....prima che la gara iniziasse, lui già puzzava di birra. Non era per niente un bel vedere, anzi, era uno di quei ragazzi che anche la madre più buona e cara si vergognerebbe di avere come figlio. E poi arriviamo al nostro Jimmy, quello di cui ti dicevo. Jimmy era un tipo tranquillo, anche troppo per i miei gusti. Ma se gli mettevi davanti qualche birra lui impazziva, perdeva il controllo, cazzo. Quando gli altri tre erano più o meno a quota 5, lui se n'era scolate quasi 10, cazzo.....quasi 10. Contro ogni pronostico, l'elefante al primo posto si ritirò dopo la ventesima. Cominciò a vomitare l'ira di Dio, cazzo, dovevi vederlo. Ci vollero dieci persone per tirarlo su, una cosa pazzesca. Ma anche gli altri due non durarono troppo a lungo. La ragazza si comportò bene, nessuno immaginò che sarebbe potuta arrivare a quota trenta. Ne mandava giù una dopo l'altra, e della ragazza carina e ben vestita non rimase molto. Aveva cambiato lineamenti, cazzo. Credo che puoi assistere a una cosa simile solo al Texas Beer Contest, non ci sono dubbi. Il bastardo con i brufoli la seguì poco dopo. E ora John, vorrai sapere di Jimmy.....bè, una tragedia, cazzo, una vera tragedia. I giudici di gara gli avevano comunicato la vittoria, visto che era rimasto solo lui a tracannare birra. Ma cazzo John, non si fermava. Era impazzito. Vuoi sapere quante se n'era scolato? Non lo so neanche io..... una cosa dell'altro mondo. Forse non sentiva i giudici, e ciò poteva anche essere vero visto che aveva la birra che gli usciva dalle orecchie. L'aveva ovunque quella roba gialla, dovevi vederlo......"

John: "Quindi è così che è morto Jimmy?"

Jesse: "Si, cazzo. Ti rendi conto? Morire per una disgraziata gara di birra texana......e dire che l'aveva anche vinta, cazzo. Insomma, John, quello che sto cercando di farti capire è proprio questo. Un tizio partecipa a una fottuta gara di birra, la vince, e perde la vita nello stesso secondo......ma che vuoi capire tu. Accendi la radio, sentiamo che c'è. E ricorda anche tu qualche storia da raccontare, perchè dopo la sosta in quel fast-food tocca a te."

[Jesse & John]

[un ringraziamento a sarah per l'idea della gara]

04/04/09

Una Fiction a prova di morte

Cado nel dirupo a ritmo di fiction, e mi ritrovo davanti una iena arancione.
E' ora di andare a tempo, e non c'è tempo di vedere l'ora. Altre iene sono giunte lì.
Scendo ancor più giù e incontro Jules, più nero lui di tutte le iene. E' veloce, sa sparare, mi colpisce, ma è lui che patisce. Il mio revolver non perdona, dona agli altri forti emozioni negative, e vive con me.
Le iene vogliono bene al loro padrone, ma forse amano di più il tradimento. E così, affamate, si cibano del primo e si accoppiano con il secondo.
Ora ho tempo di rialzarmi, ora ho tempo di risalire su per il dirupo, ma sempre rigorosamente a tempo di fiction......di una pulp fiction.