16/07/19

La bestia


Lui se la guardava dalla testa ai piedi. E quando aveva finito di farlo, ricominciava, partendo sempre dalla testa, con quei capelli così sporchi e poco curati da non sembrare proprio i capelli di Miriam. La sua Miriam, che ora era lì, davanti a Luca, che cercava di pulirsi le labbra muovendo la lingua a circolo. Che cercava di darsi una spiegazione plausibile per quella situazione. Ma, onestamente, non gliene veniva in mente neanche una. Solo l'odore e il sapore di quel sangue che gocciolava da ogni punto del suo corpo, profondamente irriconoscibile.
- Perché non abbassi quel fucile e ne parliamo con calma. Sono io. Miriam. Non mi riconosci più? - Miriam aveva teso il braccio destro verso Luca. Si capiva dalla gestualità della sua mano che stava cercando di essere capita ma anche di capire lei stessa cosa diavolo era successo. E cosa stava succedendo in quel preciso momento.
- Non posso, Miriam. - Le aveva risposto Luca, con il fucile che continuava ad essere puntato su di lei.
-Non posso, lo sai. Hanno trovato il corpo nel giardino di casa tua. Era stata scavata una fossa, capisci? E ora ti vedo qui, ridotta così, come una specie di barbona che rovista nella spazzatura, con l'unica differenza che la spazzatura, in questo caso, è il corpo della tua vicina, cazzo. -
Luca, per un attimo, aveva allentato la tensione e la presa del fucile. Poi, dopo aver dato un'altra occhiata al corpo dilaniato, era tornato a concentrarsi su Miriam, stringendo l'arma con ritrovata convinzione.
- Ti supplico, Luca, ascoltami. E guarda. - Miriam gli aveva indicato il cielo. La luna, in particolare.
- Sto cercando di farti capire che succederà anche a te, come a tutti gli altri, che non sono mai stata l'unica. Magari è già successo anche a te e ancora non lo sai. Dico davvero, cazzo, credo siamo finiti in un dannato inferno. -
- Non ho intenzione di sentire altro, Miriam. - L'aveva fermata Luca. - Ho cercato, con tutto me stesso, ho sperato, Miriam, che ci fosse un'altra verità. Che la mia splendida ragazza con quel sorriso dolce non fosse quella...cosa, quella bestia di cui tutto il paese parla. Ma ora, devo solo trovare dentro me il coraggio di farlo. E tutto sarà finito. Non morirà più nessuno, Miriam. -

Luca, con le lacrime che gli scendevano dagli occhi stanchi e consumati dalla notte, aveva stretto il fucile ancora di più ed era finalmente pronto a fare fuoco, prima di essere preso da un forte dolore al petto, e poi da convulsioni che lo avevano costretto a lasciarsi cadere a terra. Il fucile era accanto alle sue gambe che non ce la facevano proprio a fermarsi, giravano e giravano come impazzite, e le sue mani stringevano il capo con una tale forza che le vene della fronte sembravano quasi esplodergli.
Miriam lo sapeva cosa stava per succedere ma non ci voleva credere. Se lo guardava mentre si dimenava a terra e non poteva non pensare che molto probabilmente era la stessa identica scena a cui aveva assistito la sua povera vicina. Solo che, ironia della sorte, nella posizione della sua vicina, ora, c'era lei, e al suo posto c'era Luca, il suo ragazzo. Che ora assomigliava più ad una bestia che ad un ragazzo.
Miriam si era avvicinata a Luca, si era chinata e aveva allungato la mano verso il suo corpo che stava per cambiare la propria natura, definitivamente. Allora Miriam aveva cambiato la direzione della mano e aveva preso il fucile da terra. Aveva indietreggiato e aveva puntato l'arma verso Luca. Verso la bestia. Che ora era in piedi, in qualche modo.

Lei se lo guardava dalla testa ai piedi. E quando aveva finito di farlo, ricominciava, partendo sempre dalla testa...che non aveva nulla a che vedere con la testa di Luca. Moro, coi lineamenti marcati e con degli occhi che l'avevano fulminata al loro primo incontro. Delizioso, era stato. Erano andati a passeggiare in spiaggia, poi si erano baciati di notte, sotto quella luna che non chiedeva nient'altro che un po' d'amore. Ora, di quella faccia, era rimasto ben poco se non quegli occhi che avevano ancora del potere, su di lei, ma che ora avevano comunque una canna puntata addosso.
La bestia era pronta. Aveva fame. Ma negli occhi di Miriam aveva riconosciuto il suo amore o forse un suo simile, o forse entrambe le cose, e si era fermata dopo un primo passo avanti. Luca, cioè quello che rimaneva di lui, si era voltato di scatto ed era corso via, verso il bosco.

Miriam aveva lasciato cadere il fucile e aveva assecondato la stanchezza delle sue gambe che avevano deciso di inginocchiarsi a terra.
- Non prendertela troppo, cara. Il mondo non è una cosa che puoi capire così, al volo. -
Miriam stava cercando di capire da dove venisse quella voce di donna che le aveva appena parlato. Si era resa conto, alla fine, che non c'era nessun altro a parte lei e la sua vicina di casa morta.
- Guardami, - Aveva richiamato la sua attenzione la vicina.
Miriam non riusciva a guardarla perché era stata lei a ridurla così, senza vita. E non era certo un bello spettacolo, soprattutto ora che le stava parlando.
- Non aver paura. Non provo rancore. Lo so che non è colpa tua ma è solo il frutto di quello che è stato, sulla terra. E sono contenta che non sarò qui ad assistere a questa nuova stagione che si rivelerà molto triste. -
Miriam se la guardava e non sapeva se credere alla sua mente. Ma poi aveva considerato la presenza di sé stessa, a questo mondo, di Luca e di tutti gli altri. E quindi, alla fine, era giunta alla conclusione che poteva anche starci, come cosa, parlare con la sua vicina di casa che lei stessa aveva fatto quasi a pezzi.
- Non so del perché di tutto questo, sarò sincera, e mi dispiace davvero di averti...insomma...- Miriam si era interrotta. Per quanto poteva essere ragionevole quella situazione, viste le circostanze, era pur sempre una situazione del cazzo.
- Te l'ho detto, Miriam. Non devi avere paura e non provare vergogna. Io lo so qual è il tuo problema, ora. Non sai chi sei, vero? -
Miriam si era sentita quasi sollevata. Non c'era nulla che andasse bene, ovviamente, ma almeno c'era qualcuno, anche se morto, che aveva capito come si sentisse in quel momento.
- Esatto, - Le aveva risposto. - Non sono sicura della mia stessa natura. Cioè, in pratica, non so se la mia condizione attuale sia quella in cui sono venuta al mondo. Oppure, magari, è quella che ti ha ridotta così, quella che ti ha staccato la carne a morsi. -
- Beh, di sicuro io ormai non posso aiutarti ma tu si. - Le aveva detto. - Che aspetti? Prendi quello che sei e cerca di vivere, finché un mondo esiste ancora. -
La luna, scomoda testimone di una storia destinata a ripetersi, brillava di rosso e di argento.
Miriam si era alzata e si era incamminata nel bosco. Lentamente. E poi veloce e affamata come una bestia.

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