10/07/19

Il fiume


Voglio raccontarvi la storia di Marta e Claudio. O meglio, una piccola parte di quella che sarebbe stata la loro emozionante storia fatta di un mucchio di amore. Quello più dolce che possa esserci a questo mondo.
Beh, la parte che voglio raccontarvi ha avuto inizio sulla riva del fiume del loro quartiere. Un quartiere rassicurante come la bocca aperta di un cane randagio davanti alla sua preda. E un fiume che...qui viene il bello; un fiume, state bene a sentire, che aveva un'anima, una vita, una voce e molto probabilmente anche un paio di orecchie per ascoltare i rimproveri, gli sfoghi, i segreti e gli insulti di tutta quella cara gente che ci andava a fare due chiacchiere come ultima spiaggia. Cioè, come ultima riva.
- E ora che si fa? - Aveva esordito Marta appena giunti al fiume.
- Non ne ho la più pallida idea, tesoro - Le aveva risposto Claudio, dopo essersi grattato la testa per qualche secondo, in attesa forse di una qualche ispirazione. Sembrava vero.
I due ragazzi volevano capire di cosa fosse davvero capace quel corso d'acqua che ai loro occhi sembrava solamente dell'acqua, appunto, che scorreva in mezzo ad un grazioso boschetto in cui crescevano alberi alti come i grattaceli della grande mela. Belli ma sproporzionati con il resto del panorama. Una cosa abbastanza inquietante.
- Sono davvero enormi eh? - Marta aveva indicato gli alberi con un cenno della testa.
- Dicono che li ha fatti spuntare un tizio. Questo si presenta davanti al fiume e dice che...si, insomma, che non ci sono abbastanza alberi e piante in giro. Che qui la vegetazione fa pena...ecc, ed ecco qui. - Le aveva risposto Claudio, indicandole quei due/tre arbusti alla loro destra. Facevano davvero paura.
- Cioè vuoi dire che è stato il fiume a farli crescere? -
- Non lo so. Ma è quello che ho sentito dire. Proviamo a chiedergli qualcosa. Lamentiamoci. Fingiamoci una coppia in crisi che ha bisogno di nuova vita. -
-Che poi sarebbe anche vero. -
- Io non direi che siamo in crisi. Abbiamo solo bisogno di nuovi stimoli. Nuove esperienze. -
- Si ma che cosa vuoi fare? Cosa vuoi dirgli? -
Claudio ci stava pensando ma in realtà, vi dico, stava facendo finta di pensarci. Claudio, in cuor suo, sperava che la sua confessione, se fosse stata fatta davanti a quel fiume, forse, avrebbe provocato qualcosa di molto diverso in Marta, se quella stessa confessione fosse stata fatta altrove. A casa loro, ad esempio. Magari in cucina, con i coltelli nelle vicinanze. E forse, dico forse, sperava che il fiume lo appoggiasse. Che mettesse una buona parola con la sua Marta.

Anna era seduta sopra a Claudio, mentre lui era steso e beveva birra dalla bottiglia. Il letto puzzava di molte cose. Avevano scopato alla grande, e ora erano in quella fase di compiacimento generico stimolato da una situazione sporca, infedele e priva di qualsiasi rimorso.
Anna se lo guardava impunita (anche se in realtà si era fatta sbattere più volte). Ne voleva ancora ma erano entrambi esausti. Non ce l'avrebbero fatta. Anna si era stesa accanto a lui e ora aveva cambiato espressione. Ora era più del tipo: "E ora, che si fa?"
Claudio un'idea ce l'aveva ma sospettava che non era poi così brillante, come pensata, e che comunque Anna l'avrebbe presa a ridere. Di questo ne era convinto, anche se non la conosceva da molto.
Si era girato, l'aveva guardata e si era fatto capire al volo, con quella sua espressione da OC che diceva tutto e niente. E devo dirvi che, in effetti, anche se era vero che si erano conosciuti solo da qualche giorno, l'alchimia fra i due era così forte che quella "nuova" poteva sembrare Marta e non Anna.
- Non starai mica pensando a quel fiume del cazzo, vero? Sai benissimo che non esiste...cioè esiste ma è un semplice fiume come è pieno il mondo. O pensi che dentro ci sia il genio della lampada che nuota con la Sirenetta? -
Claudio stava per risponderle ma si era bloccato. Stava pensando a quando da ragazzino guardava le cassette dei cartoni animati mentre i suoi vecchi scopavano nella stessa stanza.
- Ok, - Lo aveva preceduto Anna, - Sono storie diverse ma il concetto non cambia. Cosa vuoi andarci a fare davanti a quel fiume con Marta? Io una vaga idea ce l'avrei... -
- Ehi, ferma, ci vado per rompere, non per farci cose...-
- Ah, vuoi che il fiume che ti renda tutto più semplice, in qualche modo. E che magari Marta la prenda bene...ma non so davvero in che modo possa esserti d'aiuto dell'acqua che scorre. -

Credo che facessero più o meno 30 gradi e l'acqua scorreva fumante. A tratti, sembrava prendere fuoco.
- Allora? - Marta gli aveva dato una gomitata sul fianco. Poi se l'era guardato come per dire: "sei vivo? So che sei un uomo ma, per favore, non me lo ricordare ogni secondo".
- Senti, vorrei che tra noi le cose andassero meglio di come vanno ora ma non so se siamo fatti l'uno per l'altra. Insomma, a te piace la montagna, a me il mare. Tu bevi il vino, io la birra. Per non parlare delle famiglie da cui veniamo...la mia è un casino, lo sai, mentre la tua sembra uscita da un catalogo Ikea... -
- Claudio, - Marta ne aveva abbastanza e l'aveva interrotto. Si era messa davanti a lui. Spalle al fiume. Braccia incrociate. - Cosa stai cercando di dirmi? -
- Beh...vorrei che il fiume ci aiutasse a capire cosa possiamo fare. Cosa si può fare ora dopo quello che ho fatto. - Sembrava vero. Sembrava sincero.
- E cosa avresti fatto? - Marta aveva alzato le sopracciglia. Solo la sinistra, in realtà. Andava molto male.
Dopo il respiro più profondo che avesse mai fatto in vita sua, Claudio aveva confessato il suo sesso con Anna, che Marta conosceva molto bene.
- Ah, era questo che stavi cercando di dirmi. Cioè, in pratica, vuoi lavarti la coscienza qui, così. Beh, potrei dirti che mi hai uccisa, che non posso più vivere dopo questa notizia ma ti direi una cazzata, Claudio. Voglio essere sincera anche io con te, fino in fondo. Perché, dopo questa tua illuminante confessione, non vai a chiedere a Marco con chi ha passato la scorsa notte? -
- Non ti credo. -
- Beh, dovresti. E se proprio non ci riesci, fatti mostrare quel tatuaggio che ha lì sotto. Scommetto che li hai visti tutti, i tatuaggi di Marco, ma quello no. Quello non lo sapevi, che ce l'aveva. -
I due, ora, erano in silenzio. Anche Marta si era girata verso il fiume ed erano entrambi con le braccia incrociate.
- Allora? - Aveva ripreso Marta. - Ce la laviamo, questa coscienza? -
Claudio aveva stretto le spalle e l'aveva seguita mentre andava verso il fiume. Si erano completamente spogliati ed erano entrati in acqua. E dopo qualche secondo avevano iniziato a bruciare, a prendere fuoco. Erano usciti ustionati e, senza i vestiti addosso, avevano iniziato a camminare prendendo due strade diverse, sommersi dagli alberi giganti e da quel senso di colpa ingrato.

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