21/10/13

Dannato tempo

Il tempo delle cose, quello che viene e che va, il tempo dell'angoscia, il tempo del "fuma e bevi perché sei più fico". Non ti dico.
Il tempo che annulla la vita, i fianchi e tutto il resto. Il tempo che ti ascolta, ti parla, ti dice che sei un coglione. Il tempo che quando fa freddo ti mette un maglione. Il tempo amico, il tempo nemico. Il tempo che nemmeno lui sa come si ferma per non rotolare nella melma. Fango. A ritmo di tango.
Il tempo che è un vizio all'inizio, un concime alla fine. Il tempo che se superi il confine diventa una gioia sublime. Andare e non tornare.
Il tempo che tappa le ali e che non lo tieni neanche se sei Max Pezzali. Il tempo dei fax, di J-Ax e di quella romana pax.
Il tempo degli annunci in bacheca, degli insulti e dei "mi piace". Il tempo di Facebook e dei contatti perduti. Il tempo di Hook e dei bimbi sperduti. Quelli di ieri, di oggi e di domani.
Il tempo che non ti sfiora neanche quando la brutta storia riaffiora. Onestamente, mai ti perdona.
Il tempo del successo, dell'eccesso e del vomito al cesso. Il tempo delle mele e delle pere di Trainspotting. Il tempo che non lo inganni neanche se ti chiami Harry Potter.
Il tempo che vorresti tornare indietro e cancellare quel nome.
Il tempo dei sé, dei prìncipi e dei re. Di Stephen King e delle botte sul ring.
Il tempo delle emozioni che non finiscono, che ti annullano. Delle idee che in testa ti frullano. Degli sballi, degli sbagli e degli sbadigli. Di quando avresti voluto dirlo ma non l'hai mai detto.
Il tempo dell'incoscienza, della coscienza di Zeno e dello zero in condotta. Il tempo che quando ti svegli ti pare di essere rinato dopo una pausa di vita.
Il tempo del sogno, dell'incubo, del ricordo che profuma e che ti consuma. Il tempo di una melodia che ti entra in testa e che ti fa invecchiare. Quel dannato tempo che diventa rughe e che i nostri nonni hanno provato a battere. Ma che onestamente, mai ti perdona.

Nessun commento: