03/11/10

The Walking Dead [1]

Rick Grimes è un poliziotto che si risveglia dal coma e trova la sua città, il suo paese, e forse il mondo, in balia dei morti viventi. "The Walking Dead" è un meraviglioso esempio di come il tema degli zombie, sfruttato fino alla morte, possa essere affrontato ancora oggi con un'anima classica.
Si potrebbe avere qualche perplessità sull'adattamento per le nostre tv (per chi non lo sapesse, è ispirato all'omonimo fumetto), ma io non ne ho. Il ritmo cadenzato con cui si muovono gli zombie va di pari passo con quello della narazione e delle immagini che ci si stampano in fronte. Giusto per farvi capire, la prima puntata si conclude quando nelle rispettive pagine della versione cartacea c'è il numero 43. E in totale sono 140.
La lentezza è quasi indispensabile se si vuole mettere in scena la cruda e dura realtà di un'ipotetica invasione di non morti. E in questo compito, almeno per ora, Frank Darabont se la cava alla grande. Il vero mistero a cui cerco di dare una spiegazione sta nel fatto che, pur trattandosi di un argomento a cui orde di registi hanno dato forma (cazzo, stiamo parlando di zombie), si ha la sensazione di vedere qualcosa di nuovo. Almeno nella forma. Almeno se paragonato alle più recenti pellicole di questo genere.
Ci sono tante piccole cose godibili al massimo (e in maniera diversa), come il mezzo zombie che si aggira nel parco mentre Rick se ne va in giro in bicicletta. O come il cavallo su cui viaggia Rick verso Atlanta, in una suggestiva atmosfera da fine del mondo. E queste piccole cose sono rese davvero bene.
In attesa di una trama più corposa (che forse arriverà già dalla prossima settimana), mi sfrego le mani di fronte a tutto ciò. E so già che non ne sarò mai sazio.

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