09/05/22

La musica dall'altro mondo


Mi stavo godendo qualche minuto da solo, nel mio lato del letto. Sfogliavo pagine di un Dylan Dog un po' confuso, mentre un sole deciso annunciava la fine delle ostilità notturne.
-Devo dirti una cosa.- 
La mia ragazza si era appena svegliata, a quanto pareva, e aveva pronunciato queste quattro ansiogene parole.
Cristo, avevo pensato io. Mi avrà tradito. Quell'uscita dell'altra sera puzzava troppo; poco profumo, mille scuse.
Mi ero girato verso di lei e le avevo detto di proseguire, che tanto ormai ero super vaccinato. Ero pronto a tutto.
-Ho sentito la canzone dei miei nonni.-
Ok, almeno il tradimento era da escludere. Ma ora c'era il problema di capire bene cosa volesse dire, senza risultare né troppo superficiale, né poco sensibile; una missione per Tom Cruise.
-Hai capito cosa ti ho detto?- Mi aveva chiesto, mentre io riflettevo sulle parole da usare.
-Credo di si, amore. Ma se potessi darmi qualche dettaglio in più, potrei capire meglio.-
-Ho sentito la canzone preferita dei miei nonni.-
Ottimo. Ora era tutto molto più chiaro.
-Ora ti spiego meglio, ma fammi andare prima in bagno altrimenti me la faccio sotto.- Si era alzata velocemente, facendo cadere a terra l'imbarazzo che aveva lasciato in ricordo la notte.
Io avevo posato Dylan sul comodino e avevo preso un bel respiro profondo, sicuro che il discorso sarebbe andato sul ricordo dei morti; una delle cose più belle e allo stesso tempo angoscianti che possano esistere. Dovevo resistere alla conversazione. E farlo bene.
-Allora,- Aveva esordito una volta tornata a letto. -I miei nonni ascoltavano questa canzone. Era la loro canzone, capito? Qualcosa di meraviglioso che li ha uniti dall'inizio alla fine. Ora ti faccio sentire...- E aveva iniziato a canticchiare un motivetto, con quel suo modo distratto che ti prendeva il cervello e lo collegava al suo. -Hai capito qual è?-
Mi sembrava di ricordarlo, alla lontana. -è musica classica?- Le avevo chiesto.
-Ma certo che è musica classica. Cosa vuoi che ascoltassero i miei nonni? I Depeche Mode?- Si era alzata di nuovo e si era messa davanti al PC, forse con l'idea di rintracciare quel brano.
Mi ero alzato anch'io ed ero andato a sciacquarmi il viso, prima di raggiungerla e di aiutarla in quella ricerca che si annunciava quantomeno complicata.
-Può essere Mozart?- Le avevo chiesto, dopo averle dato un bacio sulla guancia.
-Forse.-
Ma invece non era Mozart e nessuno dei compositori che avevamo digitato. Lei aveva ripreso a canticchiarlo, io ad ascoltarlo. Non mi sembrava comune ma era certamente noto.
Erano passate delle ore, ma quella canzone non voleva proprio farsi trovare. Il ricordo di quella melodia inafferrabile aveva infine bagnato le guance della mia ragazza.
Mi ero girato verso la finestra e avevo notato che il sole era alto come mai. Siamo usciti con l'intenzione di cercare quella musica altrove, prima a piedi e poi in macchina; in spiaggia, poi in un borgo perduto.

Ancora oggi, dopo qualche anno, non siamo riusciti nell'impresa di riafferrare quella canzone, la canzone dei suoi nonni. Il ricordo rimane vivo. La bellezza, dentro di lei.

Nessun commento: