30/07/12

L'americano del sabato sera


Jimmy aveva appena ottenuto un posto a Boston, in uno starbucks di periferia.

Veronica aveva appena vomitato l'ennesima serata milanese. Chi mi accompagna a casa? Io!
Il tormentone del locale.

Lui aveva 30 anni, un passato asciutto, un presente accettabile e nessun futuro. Non ne faceva un dramma e guardava il cielo in attesa della manna.
Un giorno entrò una donna e tirò dritta verso Jimmy. Mi piaci! Ho un lavoro per te.

Lei aveva 25 anni, un passato in strada, un presente che non paga e nessun futuro. Passava le giornate qua e là, su e giù dalla metro, avanti e indietro. Era sempre in movimento ma sperava ancora nel cambiamento.
Monotonia, apatia, voglia di andar via.

Jimmy era stato scelto da una certa Minnie. Non le si addiceva molto quel nomignolo, ma tant'è. Si presentò a piedi nudi sul parquet, gli versò da bere e gli spiegò cosa avrebbe dovuto fare quella sera.

Veronica piangeva sulle calde spalle di Monica. Dopo quell'ennesima delusione d'amore, era ridotta davvero uno straccio. Stracciatella e variegato alla nutella per dimenticarlo. Ecco perché le sue amiche la invidiavano, per l'incredibile velocità del suo metabolismo. Poteva ingerire dolci a profusione senza che il suo corpo andasse in confusione. Una questione di autoconvicimento, diceva. Se hai paura di ingrassare, ingrassi.

Minnie lo accompagnò personalmente in quel locale. Tempo di cambiarsi ed era già sul cubo, mezzo nudo. Qualche ore fa versava caffè bollenti, ora scaldava cuori fatiscenti.
L'hai visto quello? E' nuovo…
Quella serata fu un successo. Una svolta. La vita di Jimmy cambiò radicalmente. Definitivamente, sperava. In pratica la sua giornata si svolgeva così: colazione in camera nella residenza di Minnie, shopping sfrenato con Minnie, pranzo delicato con Minnie, beato relax con Minnie fino a sera, cena, a muovere il sedere al locale di Minnie, a letto con Minnie.

Monica l'accompagnò personalmente a rifarsi il seno. Sei uscita di senno? Le aveva urlato sua madre dopo la solita predica. Ma Veronica non rispettava più nessuno, nemmeno il suo corpo.
Ora però c'era qualcosa di strano, pensava mentre si guardava allo specchio. Una è più grossa dell'altra, è evidente. Ed ecco che arrivò la depressione post-intervento. Il nuovo tormento. E con il tempo finì quel tormentone che le era tanto caro. Chi mi accompagna a casa? …
Veronica doveva darci un taglio, cambiare aria, zona, poltrona. Quella che le aveva regalato sua nonna era bella, ma troppo vintage. E lei doveva guardare avanti.
L'unica abitudine che conservò fu l'aperitivo del sabato sera.
Il solito? Si. Vermouth rosso, Bitter, soda e una fettina d'arancia in un mare di ghiaccio.
L'Americano era pronto per essere servito.

L'americano era pronto per andare in scena. Sempre più nudo. Sempre più venduto.
I dollari in omaggio non stavano più nelle mutande. Era un divo.

L'antidepressivo per Veronica era un viaggio con Monica. Partiamo! Le disse. E dove andiamo?
Già, dove potevano andare due ragazze milanesi in cerca di vita. Dopo un'occhiata in 2 o 3 siti, ecco il verdetto: New York City.

Veronica alzò gli occhi al cielo e non lo vide. Presero un taxi e l'iphone di Monica squillò. Ma sei mica tu quella sul taxi guidato dal sosia di John Travolta?
Il mondo è piccolo, e da quella volta che Monica salutò sua sorella era passato troppo tempo. Si presero un drink, ricordarono il passato. Ma lei aveva un volo immediato.
Venite con me…

Quel sabato sera Jimmy era nervoso e scontroso. In camerino si prese della roba. Non l'aveva mai fatto. Ma la scena lo aspettava, Minnie lo pagava e lui doveva muovere il culo. Era questo il patto.
Il locale era tristemente pieno, lui con la mente altrove.

Guarda lì! Dove?
Monica indicò a Veronica un paio di chiappe. Lei si avvicinò e lui si girò.
I loro occhi parlavano di speranza, di vita, d'amore.
Non aveva pretese lei dopo la proposta di Boston. In mente niente sorprese.

Ma ora erano l'americano e la milanese.

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