31/03/11

Giorni di apatia

Era una di quelle mattine piene di sensazioni arroccate. La nebbia scendeva e il sole si nascondeva. E lui non era in sè.
Se decideva di uscire lo faceva perchè ne sentiva il bisogno, non per inerzia. Ma questa volta era stato trascinato da una mano improvvisa, sprovvista di tatto. Tratteggiare le emozioni non era una sua peculiarità. E quando la incontrò non seppe reagire. O meglio, sbagliò reazione.
Ma sono proprio le reazioni concatenate a rappresentare una ragione di vita. Di quella vita comunemente percepita come occasione di essere. Essere qualcuno o essere detestato da qualcun altro. Essere causa di litigio, o conseguenza di amore.
Camminava su e giù in cerca di risposte, anche parziali. Marzo è il mese delle risposte. Almeno così gli hanno detto. Ma all'orizzonte solo domande. E' lì che voleva andare, dove neanche l'orizzonte può osservarlo e giudicarlo.
Funesto e perfetto, è come una barca fuori porto senza debiti, l'orizzonte. Inarrivabile e stravagante, è il confine che separa vita, morte e miracoli. L'orizzonte.
Quella mattina gli ricordava cosa si era promesso, e che le promesse sono difficili da mantenere. La promessa non mantenuta diventa una spietata bugia. Su questo aveva pochi dubbi. Eppure c'era un dubbio che lo assaliva da tempo, ma da tempo non lo ricordava più. Troppa nebbia.
E troppe storie scadute in una gonfia e spietata bugia. In quei giorni di apatia.

1 commento:

Mirella ha detto...

bello.. un saluto!