01/08/19

Il Posto



C'è un posto, nella tua anima, dove puoi andare ogni volta che ne senti il bisogno.
Ma non è facile arrivarci, giungere a quel livello di calma che consente di aprire la serratura e poi richiuderla, e decidere spontaneamente di tornare a casa.

Il brutto di un rapporto che dura negli anni è che quando si arriva a quel punto, quello che siamo soliti definire morto, non si riesce a farsene una ragione e spesso non si riesce neanche a guardarsi negli occhi dell'altro per più di 5 secondi. Che è il minimo indispensabile per riuscire a capirci qualcosa.
E se non si riesce a farlo, il rischio è quello di ritrovarsi accanto una persona che si ama, che si rispetta, che si vuole un dannato bene ma che purtroppo, naturalmente, non si sa più chi sia. Non la conosci più perché hai smesso di viverla da tempo, magari, senza rendertene conto oppure senza guardare in faccia la tua realtà, davanti ad uno specchio che lacrima la tua sofferenza da mattina a sera.
Che sia difficile, impossibile, anzi, improponibile, arriva il momento in cui prendere per mano la tua mano e andare a fare due passi in quel posto che ti hanno fatto conoscere da bambino, quando i tuoi cercavano di costruire il tuo perché, e tutto il resto era solo il mondo che ruggiva. E tu non eri pronto per affrontarlo. Ma quel posto è rimasto lì e rimarrà per sempre lì, in una sconfinata pianura di oggetti morti, falsi miti e un mucchio di buoni propositi sotterrati a rigore di logica, quando c'era da far spazio alla banalità che ti pagava da vivere. Che ti paga da morire.

C'è un posto, nella tua anima, dove puoi andare ogni volta che ne senti il bisogno.
Ma non è facile arrivarci, giungere a quel livello di calma che consente di aprire la serratura e poi richiuderla, e decidere spontaneamente di tornare a casa. Da te.

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