Sono le 20.30 del 10 Marzo 2004 quando metto il bollo sul fascicolo del nostro uomo. Il caso è chiuso. Ma i dubbi rimangono. C'è qualcosa che non mi torna.
Mentre rifletto con lo sguardo perso nel nulla, Jimmy, il collega con cui ho seguito il caso, mi dice che mi avrebbe aiutato a rimettere a posto i pezzi del puzzle. Dunque riapro il fascicolo e rileggo il tutto insieme a lui.
20 Aprile 1997, 10.30 del mattino:
al dipartimento arriva un pacco su cui è scritto "morirete tutti", dentro di esso c'è un dito indice, che appare reciso di netto dalla mano. Ad un primo sguardo esso sembra avvolto in un pezzo di stoffa blu, ma poi appare chiaro a tutti noi che si tratta della divisa di un poliziotto.
13 Ottobre 1997, 4.20 del pomeriggio:
Il pazzo continua a divertirsi. Arriviamo in una casa abbandonata in fondo ad Hide Street, in cui troviamo parti di corpo umano per tutto il salone. Ma l'ultima cosa che avremo voluto vedere si trova nel corridoio: la metà di una gamba martoriata all'interno di uno stivale. Non uno stivale qualunque, ma uno di quelli che indossiamo anche io e Jimmy, uno di quelli che ha in dotazione la metà degli uomini in divisa degli Stati Uniti. Il collega James Howley, padre di due figli, è la seconda vittima del serial killer dopo Jack Caputo.
16 Agosto 2000, 10.15 di sera:
dopo tre anni di ricerche andate in fumo, Jimmy riceve una telefonata. L'uomo dice di essere il serial killer della polizia e da appuntamento a Jimmy in un appartamento di Mission Road. All'interno egli trova un registratore, e dalla voce distorta apprende che il P-Killer, così soprannominato, ha intenzione di uccidere uno di noi, uno del nostro dipartimento.
I quesiti che ne derivano sono due: come ha fatto il serial killer a rintracciare Jimmy sul suo cellulare personale? E perchè, egli, ha contattato proprio lui?
26 Dicembre 2000, 9.50 di sera:
Abbiamo una risposta alle due domande precedenti. Caroline Arrow, una collega del nostro dipartimento, nonchè amica intima di Jimmy, viene ritrovata nella propria vasca da bagno, il suo corpo è sommerso interamente dall'acqua. Ma all'appello mancano entrambe le mani e i piedi. Il giorno seguente, essi ci verranno consegnati al dipartimento, in un pacco identico al primo.
Siamo tutti sotto shock.
Intanto Jimmy mi dice di stare attento ai prossimi appunti, perchè crede che ci sia sfuggito qualcosa. Io gli dico che lo farò, e andiamo avanti con la lettura.
5 Ottobre 2003, 15.30 del pomeriggio:
sono passati altri tre anni e siamo qui a mettere per iscritto la quarta vittima del P-Killer. Si tratta di Vincent Damon, l'ennesimo collega trovato morto in codizioni mostruose.
Il giorno dopo, 10.05 della mattina:
iniziamo l'interrogatorio con il nostro uomo. Ma egli si ritiene innocente, con convinzione. Sia io che Jimmy gli crediamo, non vediamo in lui il serial killer.
19 Dicembre 2003, 11.35 di sera:
Abbiamo il nostro P-Killer fra le mani. Si chiama David Hilton. L'abbiamo trovato in uno stato vegetativo davanti a un albero a Cleiton Park. Su di esso, appesi a testa in giù, i corpi del capitano Howlet e del suo scagnozzo, mancanti di entrambe le braccia.
22 Dicembre 2003, 9.40 del mattino:
Scopriamo che il nostro uomo, al momento dell'arresto, era imbottito di eroina. Egli dice di non sapere nulla di tutto questo e di non ricordare per quale motivo fosse lì davanti ai corpi dei due agenti. Inoltre, mi dice che l'ultima immagine che ha in testa è quella del volto di un bambino e di una macchina.
Vedo Jimmy che annuisce, e capisco che il punto a cui si riferiva era proprio questo. Ho pensato un milione di volte a questo particolare e a tanti altri, come quello della distanza tra un delitto e un altro, sempre di tre anni, ma non sono mai giunto a una pista decisiva. Mentre rifletto con gli occhi fissi sul fascicolo, vedo la mano di Jimmy che porge davanti a me un foglio di giornale. Ecco l'ultimo ricordo di David Hilton, ecco, a cosa si riferiva.
Nel 1995, Jimmy perse suo figlio Anthony in un incidente stradale. Aveva sei anni.
I due stavano attraversando la strada insieme, quando una volante della polizia girò l'angolo a velocità elevata e prese in pieno il piccolo Anthony. L'agente alla guida non fu incriminato.
Ero a conoscenza della vicenda, ma ora credo di non conoscere la persona che è qui vicino a me.
E in un attimo ripenso agli anni in servizio che abbiamo passato assieme, gli anni in cui io davo la caccia al P-Killer, gli anni in cui davo la caccia al mio collega Jimmy. Poi ripenso al sei, e ora è tutto più chiaro: 6 come gli anni di Anthony e 6 come il totale della distanza degli anni fra un omicidio e l'altro.
Jimmy intanto comincia a fare dei discorsi assurdi, e a rimettere insieme gli elementi a me sfuggiti in tutti questi anni. Ma ci sono alcune cose che è meglio non sapere, che è meglio non raccontare. Fatto sta, che dopo circa 20 minuti spesi in parole, tende le sue braccia unite verso di me, con i pugni ben chiusi, e mi dice:
"Ora il caso è chiuso, Bill"
"Si", replico io, "Ora è chiuso".
[per comics]
1 commento:
bellissimo
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